Storia
L’istituzione dell’Archivio di Stato di Massa, avvenuta con regio decreto del 13 febbraio 1887, fu il risultato di lunghe e complesse trattative che ebbero inizio nella seconda metà del XIX secolo, tra il Ministro dell’Interno e la Deputazione provinciale di Massa (attuale amministrazione provinciale).
Prima di allora c’era stato il tentativo di salvaguardare le carte dell’archivio del Ducato con un decreto della Duchessa Maria Teresa Cybo d’Este, del 30 agosto 1788, che impartiva direttive per l’Istituzione di un pubblico archivio, ma senza esito.
Sulla sorte dell’Archivio di Stato di Massa notevole influenza esercitò Giovanni Sforza, il futuro primo direttore, nonchè fondatore dell’istituto archivistico massese, allora funzionario presso l’Archivio di Stato di Lucca, dove resterà sino al 1887, anno della fondazione di quello di Massa.
Ma se la creazione dell’istituto archivistico apuano venne a lungo disattesa, con un’interruzione delle trattative di ben sette anni, come risulta da una lettera di Cesare Guasti, sovrintendente per gli archivi toscani, al Bongi, direttore dell’archivio lucchese, in realtà sin dai primi anni postunitari il Ministero dell’Interno aveva ipotizzato il progetto dell’istituzione di un Archivio di Stato a Massa.
Dopo un lungo silenzio, nel 1870 l’istituzione di un Archivio di Stato tornò alla ribalta grazie all’interessamento del Prefetto di Massa Winspeare, il quale, in occasione dell’apertura dei lavori del Consiglio Provinciale, esortava gli amministratori a far riordinare gli archivi governativi preunitari, divenuti di proprietà dello Stato italiano dopo la cacciata degli Estensi, ed uniti all’archivio della Prefettura presso Palazzo Ducale, futura sede dell’archivio di Stato di Massa dal 1887 al 1943.
Se da un lato fervevano i contatti fra il Ministero dell’Interno e l’Amministrazione provinciale, dall’altro non meno intense erano le trattative seguite da Giovanni Sforza per l’istituzione di un Archivio di Stato a Massa, di cui ambiva segretamente la direzione. Ben presto gli si presentò l’occasione per poter dare inizio alla realizzazione del suo ambizioso progetto, occasione fornita dal Ministero dell’Interno con l’incarico di procedere ad un censimento di tutti gli archivi esistenti sia a Massa che a Carrara.
Frutto della sua indagine archivistica sul territorio fu una splendida e puntualissima relazione che, ancora oggi, a distanza di oltre un secolo dalla sua redazione, è fondamentale per comprendere la formazione del patrimonio documentario dell’Istituto massese. Infatti lo Sforza aveva proceduto alla stesura, come già accennato, di una relazione sugli archivi censiti nel territorio apuano, dandone notizia al Guasti e asserendo che mentre a Carrara non c’era “nulla di nulla”, con il materiale documentario individuato a Massa era possibile istituire “un discreto archivio”. Sarebbero trascorsi ancora diversi anni prima che le porte dell’Archivio di Stato di Massa si spalancassero al pubblico, il 28 marzo 1887.